L’EFSA ha valutato i potenziali rischi e benefici della carne coltivata, includendo la sicurezza alimentare, la sostenibilità e la produzione del prodotto.

L’EFSA (European Food Safety Authority) ha condotto una valutazione preliminare dei potenziali rischi per la salute umana e animale associati alla carne coltivata, anche nota come carne prodotta in vitro o carne sintetica.

L’EFSA ha concluso che la carne coltivata è sostanzialmente equivalente alla carne animale tradizionale in termini di sicurezza alimentare, ma ha evidenziato alcuni potenziali rischi che dovrebbero essere ulteriormente valutati, come ad esempio la possibile presenza di contaminanti chimici o biologici nel processo di coltivazione.

Inoltre, l’EFSA ha sottolineato l’importanza di sviluppare norme e linee guida adeguate per la produzione e la commercializzazione di carne coltivata, al fine di garantire la sicurezza alimentare e la tracciabilità del prodotto.

In generale, l’EFSA ha indicato che ulteriori studi e valutazioni sono necessari per comprendere meglio gli effetti della carne coltivata sulla salute umana e animale, nonché sull’ambiente e sulla biodiversità. Tuttavia, l’EFSA ha sottolineato che la carne coltivata potrebbe rappresentare una soluzione sostenibile e alternativa alla produzione tradizionale di carne, con un impatto ambientale e di benessere animale potenzialmente inferiore.

La procedura operativa per la produzione di carne coltivata può variare a seconda del tipo di cellule utilizzate e del processo specifico utilizzato dal produttore. Tuttavia, in generale, la produzione di carne coltivata segue una serie di fasi principali, tra cui:

  1. Prelevamento di campioni di cellule: per produrre carne coltivata, sono necessarie cellule animali sane. Le cellule possono essere prelevate da un animale vivo o da tessuti animali post-mortem.
  2. Coltura cellulare: le cellule animali vengono coltivate in un ambiente di coltura cellulare che contiene nutrienti e fattori di crescita per favorire la proliferazione delle cellule.
  3. Differenziazione cellulare: dopo la coltura cellulare, le cellule sono differenziate in cellule muscolari. Ciò viene fatto applicando una serie di segnali chimici e meccanici che imitano le condizioni presenti nel corpo dell’animale.
  4. Aggregazione cellulare: le cellule muscolari vengono quindi aggregati in una massa di tessuto muscolare tridimensionale utilizzando diversi metodi, come l’impiego di scaffolds, l’uso di bioreattori o altri metodi.
  5. Maturazione del tessuto: la massa di tessuto muscolare viene maturata e sviluppata in modo che raggiunga la consistenza e le proprietà della carne tradizionale. Ciò viene fatto utilizzando una combinazione di nutrienti, fattori di crescita e segnali meccanici.
  6. Raccolta e lavorazione: il tessuto muscolare coltivato viene quindi raccolto e lavorato per produrre la carne coltivata finale. La carne può essere lavorata ulteriormente per creare prodotti alimentari come hamburger, salsicce o bistecca.

Ogni fase della produzione della carne coltivata richiede un’attenta attenzione ai dettagli e un rigoroso controllo di qualità per garantire la sicurezza alimentare e la qualità del prodotto. Inoltre, è importante considerare la sostenibilità e l’impatto ambientale della produzione di carne coltivata.

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